Un noto verso del Talmud dice "chi salva una vita salva il mondo intero" ed una delle funzioni del teatro è questa: salvare la memoria, sia essa del singolo o collettiva, perché è un patrimonio, un esempio, un monito, un aiuto per tutti.
Ogni rappresentazione, lettura, messa in scena contribuisce a tenere viva questa fiamma.
Quello che propongo è uno spettacolo-performance multimediale dal titolo "La Valigia", ispirato all'atto unico "La moglie ebrea" (tratta da "Terrore e Miseria del Terzo Reich"), scritta da Bertold Brecht opera di denuncia contro i soprusi del nazismo, da “Se questo è un uomo”di Primo Levi e “L’istruttoria” di Peter Waiss.
La valigia unica compagnia di viaggio verso il lager. Tenuta saldamente in mano, stretta al petto. Niente casa, niente affetti, solo una valigia .
Dentro i pezzi della propria vita, la propria dignità, le proprie speranze .
Davanti al lager, a sinistra una fila di valigie abbandonate, a destra una fila di corpi con un numero tatuato sul braccio.
Per non perdere la memoria, la memoria dei fatti, perché quel che è accaduto non si ripeta.
Finché abbiamo dei ricordi il passato dura